Quanto un obiettivo è sotto il tuo controllo?

Il pezzo di oggi mette il focus su un ingrediente differenziale nella formulazione degli obiettivi 
Quando infatti parliamo di obiettivi spesso ci dimentichiamo di fare una verifica di quanto sono effettivamente sotto il nostro controllo.

Chi mi segue da un po’ sa che utilizzo la guida dei 6 step per la formulazione degli obiettivi.

Tecnica simile a quella seguita per la formulazione S.M.A.R.T. ma più completa dal mio punto di vista perchè oltre a una indicazione fondamentale sulla strutturazione linguistica, alla misurabilità, alla temporalizzazione mette il focus anche sulla parte legata al “controllo” e all’ecologia.

Non so se questo metodo è migliore o peggiore, ma so che io mi ci ritrovo di più e quindi in un mondo di scelte, io scelgo questo e scelgo di condividerlo con te.

Cosa vuol dire valutare quanto è  sotto il nostro controllo un obiettivo?

Valutare questo aspetto ha una valenza fondamentale.
Te lo spiego con due esempi.

ESEMPIO n°1

Mettiamo che io stia ambendo a una promozione e che quindi stia strutturando questo obiettivo e arrivo a questa domanda “quanto è sotto il tuo controllo”. Qui dovrò necessariamente prendere consapevolezza che è solo in parte sotto il mio controllo.
Posso infatti in modo molto professionale e organizzato attivarmi per migliorare la mia performance, acquisire le competenze che magari mi mancano, rinforzare quelle che ho già, ma comunque c’è un altro attore coinvolto ed è la persona che poi deve decidere.

Su questa decisione io non ho potere e potrebbe anche palesarsi il fatto che il budget aziendale per quell’anno non ha ad esempio ipotizzato promozioni.
Questa ultima ipotesi non ha nulla a che vedere con il mio valore, ma è un fattore comunque discriminante che decreta il mio “insuccesso”.
Sicuramente mentre lavoro per quell’obiettivo imparo ed evolvo e questa è la parte che nessuno può cancellare. Allo stesso tempo questo mio miglioramento non è detto che sia sufficiente per garantirmi il mio “successo”.

ESEMPIO n° 2

Ora mettiamo il caso che io voglia correre una mezza maratona.
È sotto il mio controllo?
Questa volta sì, al 100%.
Perché io ho il controllo su tutte le azioni utili che devo e voglio fare per riuscire.
L’obiettivo è sotto la mia responsabilità, o meglio le singole azioni che devo e voglio compiere sono sotto il mio controllo e sono mia responsabilità.

Poi possiamo dire che la vita ci può portare a fare i conti con gli imprevisti, ma quelli appunto sono l’esempio di ciò che non possiamo controllare.

Naturalmente il controllo è solo uno degli “ingredienti” per la formulazione di obiettivi efficaci, ma è un punto in cui sento la necessità di fermarmi in modo più dettagliato.

La grande differenza non sta nel pianificare e basta, ma nel fare.
È però fondamentale rendersi conto di cosa vogliamo ottenere e dei fattori discriminanti che possono impattare sul risultato indipendentemente dalla nostra volontà e dal nostro impegno.
Ciò non toglie che una volta chiarito l’obiettivo e valutato questo aspetto non resta che agire consapevolmente.

Perchè noi non abbiamo il potere sugli obiettivi, ma abbiamo potere sulle azioni che facciamo o non facciamo per raggiungere gli obiettivi.

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Quello che hai appena letto è un mio pezzo.
Sono Antonia Galvagna e sono una Project Solver.
Se questo articolo ha toccato dei punti di interesse o sviluppo per te importanti, fissiamo una call

 

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