Preoccuparsi, occuparsi: la differenza in un pre

Preoccuparsi, occuparsi: la differenza in un pre

Oggi parto dal "rimandare" e arrivo alla distinzione importante che c’è tra preoccuparsi e occuparsi.
In mezzo parlo del saggio consiglio che Sir William Osler, padre della medicina moderna, ha dato agli studenti di Yale.

Preoccuparsi, occuparsi: la differenza in un pre

Rimandare capita. Capita a tutti e alcune volte per delle ragioni inspiegabili, tanto inspiegabili che capita di non sapere nemmeno quali.
Può capitare per paura, alcune volte di fallire e altre di riuscire.
Sì, hai letto bene, alcune persone hanno anche la paradossale paura del successo, perchè con sè porta responsabilità e scelte ulteriori da fare.

Fallire alcune volte è psicologicamente quasi più comodo. Ti permette di lamentarti e magari farti pure consolare.

Altre volte rimandiamo perchè il domani ci spaventa, ma c’è una grande differenza tra pensare al domani in modo costruttivo e stare in ansia per qualcosa che potrebbe, forse, accadere un giorno. 
Il primo tipo di pensiero è un pensiero utile e serve per programmare e pianificare il futuro. Il secondo è inutile e dannoso per la salute. 

Spesso si corre il rischio di confondere il non pensare al futuro come assenza di piani per il futuro.
L’attenzione va messa non sul cosa pensare,  ma sul come pensare.

Un giorno  Sir William Osler (padre della medicina moderna)  parlando agli  studenti della Yale University, suggerì di vivere a “compartimenti stagni di ventiquattr’ore”  per vincere l’ansia.
Raccontò di aver tratto questo insegnamento da un viaggio a bordo di un transatlantico.
In quell’occasione aveva notato come il comandante fosse in grado di isolare le varie parti della nave semplicemente premendo un tasto che azionava delle paratie stagne.
In questo modo, se ci fosse stata una falla a bordo, ci sarebbe comunque stato il tempo per mettersi in salvo.
Il consiglio di Sir Osler agli studenti, è stato proprio questo:chiudere quella parte che riguarda i giorni passati, chiudere quella che riguarda i giorni futuri e concentrarci solo sul presente.

Qui risiede anche la fondamentale differenza che c’è tra occuparsi e preoccuparsi.
Occuparsi prevede di capire qual è la situazione e agire di conseguenza per risolvere il problema mentre preoccuparsi significa semplicemente essere talmente presi dai propri pensieri da non essere in grado di fare niente per risolvere quel problema.

A chiusura di questa riflessione sul mindset utile per la gestione dell’oggi e del domani, mindset che alleno quotidianamente e sia in prima persona che con i miei clienti, ti ricordo che  “è il vento del nord che fa i vichinghi”.
Sono infatti le difficoltà che permettono a una persona di esprimersi al meglio, soprattutto se ha allenato le giuste abilità o è disposta ad allenarle.

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Quello che hai appena letto è un mio pezzo.

Sono Antonia Galvagna e sono una  Project Solver
“Strutturo obiettivi, risolvo problemi, unisco puntini con creatività.”


 



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