Pratica e ripetizione

Pratica e ripetizione

Pratica e ripetizione sono acceleratori di processi.
Ma perchè alcune volte diventa così difficile oltre che faticoso?

Pratica e ripetizione

“La pratica profonda è costruita su un paradosso: lottare in determinati modi mirati - operando ai margini delle tue capacità, dove commetti errori - ti rende più intelligente. O, per dirla in un modo leggermente diverso, le esperienze in cui sei costretto a rallentare, commettere errori e correggerli - come faresti se stessi camminando su una collina coperta di ghiaccio, scivolando e inciampando mentre procedi - finiscono per renderti veloce e aggraziato senza che tu te ne accorga.”

Quando ho letto questa frase me la sono appuntata velocemente perchè è un'ode alla difficoltà che la vita ci presenta come possibilità di diventare sempre più bravə in qualche cosa.
É proprio quando qualche cosa non ti riesce naturale, ma al contempo è funzionale all’acquisizione di una competenza o abilità che dobbiamo comprendere che tutte le abilità possono essere sviluppate attraverso la pratica costante.
La pratica è importante perché mette in moto i meccanismi biologici che regolano l’apprendimento e la memoria.
La pratica a sua volta è fortemente legata alla motivazione.

Come faccio a essere motivatə quando ciò che devo fare è sia difficile che faticoso?

C’è solo un modo. Aver compreso che quella fatica e quella difficoltà sono il prezzo da pagare per ottenere quello che desideriamo, sognamo e progettiamo.
Perché facciamo così fatica a introdurre nelle nostre giornate la pratica e l’allenamento di utili abitudini?
Il più delle volte questa fatica è legata a tre aspetti che sto trovando ridondanti nelle mie sessioni di coaching.

1. una valutazione errata dell’ecologia dell’obiettivo
2. una declinazione limitante di cosa consideriamo normale
3. una assenza di chiarezza di ciò che dobbiamo smettere di fare 

Ecologia dell’obiettivo

Definire un obiettivo senza verificare che impatto ha sugli ambiti principali della vita e se è in armonia con i nostri valori - e ancor più con le regole che sottendono i valori - è una dichiarazione di rischio fallimento molto alta.
Esempio base
Decido di alzarmi ogni mattina prima di tutti in famiglia per studiare, ma questo comporta che anche il mio partner si svegli perchè ha il sonno leggero e questo a lungo crea attriti. Per evitare gli attriti decido di “rinunciare”.
 

Normale

Attenzione a cosa definiamo come normale nella nostra vita.
Facciamo azioni che vanno contro il nostro benessere solo perché lo fanno tutti. Perpetriamo abitudini stupide e ci lasciamo condizionare da convinzioni ridicole, il cui unico scopo è porre limiti alla nostra felicità, solo in virtù del fatto che tanto è “normale”, e se è sempre stato così,sarà così per sempre.
Ad esempio: a una certa età è normale non avere più tanta energia per fare sport.
Tutto dipende da chi scegli come esempio. Vai a vederti il video che ti linko qua  e non ti anticipo nulla e dimmi se resti della stessa idea.
Prendi consapevolezza di ciò che definisci “normale”, e valuta se queste convinzioni, queste azioni e questi pensieri ti fanno bene o sono di ostacolo alla tua felicità e alla tua realizzazione personale.

Smettere di fare

Cosa devo smettere di fare?
Questa domanda spesso spiazza i miei coachee.
Entra in una quaterna molto utile che è composta da cosa farò di più cosa inizio a fare cosa farò di meno e cosa smetto di fare.
Bene, smettere di fare è il passaggio che crea più difficoltà e il perchè è nascosto dietro uno sgambetto linguistico.
Tendenzialmente cerchiamo di riempire questo campo con azioni e molto raramente ci vengono in mente comportamenti da evitare, come smettere di lamentarci, smettere di rimandare, smettere di preoccuparci.
Quindi prepariamoci piuttosto che preoccuparci, agiamo piuttosto che lamentarci o rimandare.
Soprattutto stabiliamo un obiettivo con la consapevolezza che è nostra responsabilità concentrarci sul processo utile al raggiungimento dell’obiettivo stesso e il processo è fatto proprio di pratica e ripetizione.


Antonia Galvagna
Antonia Galvagna

Ideatrice del metodo "Around the Corner - Anche se il mondo è tondo tutto ciò che cerchi è dietro l’angolo."

Il mio perchè: Essere la persona che avrei voluto incontrare nei momenti di "svolta della mia vita".


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