La mentalità vincente dell'imprenditore

La mentalità vincente dell'imprenditore

In questo mio articolo ti racconto il mio personale punto di vista sulla mentalità vincente dell'imprenditore e di come le human skills possono fare la differenza.
In più parlo del fondamentale punto di equilibrio tra pianificazione ed esplorazione.

La mentalità vincente dell'imprenditore

Gli obiettivi e le parole sono due mie fissazioni e forse perchè si dice che grazie al Sar noi focalizziamo la nostra attenzione tanto da pensare di essere quasi produttori e setacci di elementi cercati, ovunque mi giro trovo Obiettivi e parole.
Sono Antonia Galvagna, ho quasi 52 anni e sono libera professionista da 2 anni.
Ho ideato il metodo Around the corner che ho vestito con il claim “Anche se il mondo è tondo, tutto ciò che cerchi è dietro l’angolo”.

Ma come si fa a girare quell’angolo?
Per prima cosa con coraggio, quel coraggio che veste gli obiettivi e quel coraggio che veste anche l'esplorazione.
Amo la filosofia da sempre, anche se farei prima a dire cosa non amo che quello che amo, essendo un concentrato di curiosità.
Sono quella che oggi viene definita un multi-potenziale.
Ho lavorato in azienda a lungo, fortunatamente in una piccola realtà e questo mi ha consentito, un po’ per fortuna e un po’ per necessità, di ricoprire diversi ruoli.
Tanto che ora mi definisco, un po’ ironicamente, un project manager da scuola primaria. 
Vi ho raccontato un po’ di me per farvi comprendere che non è sempre tutto così chiaro, lineare, in discesa.
Alcune volte non è nemmeno in piano. É proprio salita pura. 
Ma ci sono cose che ho imparato sulla mia pelle e che hanno vestito la mia attuale professionalità. 
Ora il mio perchè, per dirla con le parole di Simon Sinek, è essere il consulente che avrei voluto incontrare da giovane.
Perché un imprenditore  deve sempre, ma ancor di più all’inizio, avere un’idea imprenditoriale chiara e definita, ma anche la capacità di occuparsi un po’ di tutto o conoscere un po’ di tutto per interagire in modo competente con gli esperti.
Per chiamare un esperto devo sapere di che esperto ho bisogno. Può sembrare scontato ma non sempre lo è.
Perché vi ho raccontato che amo la filosofia? Perché l’attività quotidiana per me è un misto della dialettica hegeliana e della confutabilità popperiana.
Pianificare ed esplorare sembrano due azioni in costante contrapposizione forse a causa di una drammatica radicalizzazione delle posizioni.:
O pianifichi o esplori. Un po’ come quando a scuola ti chiedono se ti piace di più la matematica o l’italiano e se per sfiga ti piacciono tutte e due ti senti quasi un po’ in colpa.
E invece è proprio l’esplorazione che va pianificata e la pianificazione che va esplorata.
Un po’ come nel sistema TOTE: Text operation text exit.
La chiave del successo di ogni imprenditore che ha un’azienda in continua evoluzione non è solo il talento, il network o la strategia.
La chiave è il giusto mindset: la mentalità del leader che definisce i propri valori e li comunica al meglio, che trova insegnamenti nei “no” che riceve, che riconosce l’importanza del proprio team. Queste sono tutte caratteristiche che possono e devono essere coltivate man mano che l’azienda cresce.
Detto così sembra facile scontato e naturale, tanto che potreste alzarvi in piedi, salutarmi con un CIAONE e via.
In queste 4 righe di testo che riassumono il mio pensiero si nascondono al contempo frasi magiche alla Silente e il condensato di ciò che amo chiamare human skill al posto di soft skill.
Anche questa rivoluzione copernicana di approccio linguistico non è mio ma sempre di Simon Sinek. Se non lo seguite, fatelo perchè è illuminante.
Vedete, torniamo alle parole. Soft…morbido, contro hard, robusto, duro, quasi a voler passare la solidità.
Se non hai le hard skills non vai da nessuna parte.
Mi dispiace…non vai da nessuna parte o comunque ti fermi anche se non hai le human skills.
É come avere una Ferrari o una Porsche a seconda dei gusti, non vogliatemene, e avere le gomme sgonfie o essere senza benzina.
Oppure portare una Ferrari a gareggiare nel deserto sulla sabbia. Viene sicuramente battuta da una Fiat panda 4x4.
Io rabbrividisco quando incontro un imprenditore o un’imprenditrice che mi dice: “io ho tutto chiaro nella mia testa”.
Vi chiederete perchè.
Ve lo spiego in un attimo:

  1. avere le idee chiare è un presupposto

Ma la vera differenza è condividere questa idea in modo preciso dettagliato, emozionante con l’intero team che fa la differenza. E qui servono abilità, linguistiche, emozionali, strategiche.
Spesso la chiarezza è quasi paragonabile all’assunto: “voglio essere felice”.
E fin qui nulla da notare.
É quando chiedo, ma nello specifico cosa deve accadere perché tu possa dire che sei felice, è lì che nascono i problemi.
Siamo tendenzialmente disabituati a creare misuratori e indicatori.
E non è un problema di numeri.
Anche i numeri vanno interpretati e analizzati.
Ho visto imprenditori leggere e misurare tutte le performance budgetarie, ma non porre nessuna attenzione al team, interno ed esterno all’azienda.
Ho visto imprenditori a cui ho dovuto mostrare e dimostrare il valore dell’ascolto autentico, il potere della domanda.
Ho allenato alla tecnica del feedback, al valore dell’errore condiviso.
Già vi sento che pensate che sono la mental coach che fa digerire il fallimento come normale e che dice che sbagliare va bene.
Il fallimento, l’errore, fa male e nessuno è felice quando sbaglia.
Ma fa molto più male a se stessi e all’azienda nascondere l’errore, correggere l’errore senza indagare il processo mentale che ha portato a quell’errore.
Questo è il vero problema ed è il bivio verso il più grande fallimento: puntare alla perfezione quando la competitività di un’azienda è invece data dall’eccellenza, nemica della procrastinazione e amica dell’azione.
L’imprenditore deve fare i conti anche con la paura, ma la paura, quella sana è una grande alleata.
Alcune invenzioni sono nate dalla paura: pensate a Dropbox.
Drew Houston che ha avuto l’idea di Dropbox grazie alla paura di perdere le chiavette USB che teneva sempre in tasca.
Un’idea può nascere addirittura, e soprattutto, da una crisi o da una circostanza molto difficile,
Un imprenditore spesso deve avere il coraggio di partire da un Minimum Viable Product (MVP), ovvero la versione più grezza ed essenziale del tuo prodotto, per ottenere dati fondamentali al suo miglioramento continuo. Impara quindi a convivere con quel lieve imbarazzo che scaturisce dal lanciare un prodotto non ancora perfetto: ne varrà la pena.
E ancora non posso fare a meno di citare Jeff Weiner di LinkedIn  e i suoi tre preziosi consigli imprenditore. 

  1. Avere ben chiara una visione, cioè ciò che si sta cercando di ottenere con il proprio business: le persone che lavorano con te devono sapere dove vuoi andare. 
  2. Deve avere il coraggio delle proprie convinzioni, per sostenere e difendere la propria visione in ogni circostanza.
  3. Infine, bisogna essere capaci di comunicare visione e convinzioni in modo efficace con parole, azioni o entrambe le cose. 

Non a caso Sheryl Sandberg di Facebook, dice che i leader devono saper mettere i dipendenti nella condizione di poter parlare liberamente ed essere onesti perché, se così non fosse, si perderebbero molte opportunità di crescita.
Dobbiamo mettere in chiaro che il leader resta il leader, che sarà sempre lui a prendere le decisioni più importanti; detto questo, però, il leader sarà disposto ad ascoltare e considerare tutti gli input che arriveranno da chiunque all’interno dell’azienda.
Infine, il leader di un’azienda riconosce come il suo lavoro tocchi la vita delle persone su molti livelli: non solo i dipendenti e i clienti, ma anche le loro famiglie, le comunità e la società intera. 
Ogni azione, ancor più un’azione aziendale “contamina” il territorio creando impatto e cultura.

In chiusura cito una frase un po’ provocatoria: “I migliori leader crescono nel disaccordo, perché esso dà loro le informazioni di cui hanno bisogno per migliorare le loro idee prima che esse si diffondano nel mondo.”

Si impara tutto ciò? Certo. Alcuni hanno un talento naturale, altri un predisposizione e altri ancora una necessità.
Ma come le hard skills anche le human skills sono acquisibili, non acquistabili.
Ogni tanto non abbiamo immediata percezione di quanto ci serva fare allenamento su ciò perchè comunichiamo ad esempio da sempre.
É un po’ come respirare. Lo facciamo ma non è detto che lo facciamo nel modo più utile e funzionale. 
Vi lascio con 10 punti che hanno una doppia funzione di memo e di check list.
A voi la scelta di come usarla.
Riassumendo: 

  1. Pianifica con curiosità e non smettere mai di esplorare
  2. Usa con perizia le parole perché sono loro che creano ponti o muri
  3. Allenati all’ascolto. ti accorgerai di avere un enorme vantaggio competitivo
  4. Condividi gli obiettivi
  5. Allinea il tuo team su valori e ancor più regole (tutto ciò che deve accadere perché il valore venga rispettato) 
  6. Non avere paura dell’errore, ma usa l’errore con responsabilità
  7. Ricorda che ci sono cose su cui hai il potere e altre no, ma lo hai sempre sui tuoi pensieri
  8. Muoviti nel mondo con responsabilità e rispetto
  9. Un’impresa è fatta di numeri, ma anche di idee, cuore, passione
  10. Disimpara per reimparare, con curiosità fanciullesca

Ora tocca a voi fare la differenza!


Antonia Galvagna
Antonia Galvagna

Ideatrice del metodo "Around the Corner - Anche se il mondo è tondo tutto ciò che cerchi è dietro l’angolo."

Il mio perchè: Essere la persona che avrei voluto incontrare nei momenti di "svolta della mia vita".


Follow Me
facebook instagram linkedin
Contact Me
scrivi un messaggio e-mail all Coach Antonia Galvagna scrivi un messaggio e-mail all Coach Antonia Galvagna Chiamata WhatsApp Antonia Galvagna