La mia sfida

La mia sfida

Oggi in questo mio pezzo riflessivo ti racconto la mia sfida professionale che posso riassumere nell'impegno di far comprendere, "far fare" e cambiare.
È una sfida trasversale che riguarda sia la singola persona ma anche i team aziendali.
Le cose spesso sono semplici da capire ma difficili da agire.

La mia sfida

Oggi in questo mio pezzo riflessivo ti racconto la mia sfida professionale che posso riassumere nell'impegno di far comprendere, "far fare" e cambiare.
È una sfida trasversale che riguarda sia la singola persona ma anche i team aziendali.
Le cose spesso sono semplici da capire ma difficili da agire.


Sto, giorno dopo giorno collegando puntini. Mi sembra di essere tornata alle superiori quando una delle abilità che i miei prof apprezzavano più di me era l’interdisciplinarietà.
Già allora non ero assolutamente brava a verticalizzare, ma ero invece abilissima a vedere connessioni che ai più sfuggivano.

E mi capita ancora oggi. 
Ho deciso di identificare la mia professionalità con il termine Project Solver. E questa scelta è nata dalla consapevolezza di similitudini e differenze che accomunano e identificano i miei ambiti di competenza.
Quello che ho notato che esiste un mindset comune all’attività del coach, del problem solver e del project manager e c’è anche un'altra caratteristica che accomuna queste professionalità.

Gli strumenti utilizzati sono molto semplici nella comprensione, ma altrettanto sfidanti nell’applicazione e il freno è la resistenza al cambiamento di ogni essere umano.

W. Edwards Deming sostiene che “non è necessario cambiare, sopravvivere non è obbligatorio” [It is not necessary to change, survive is not mandatory”]

Se non conosci Deming ti racconto che è uno statista ed è conosciuto soprattutto per il ciclo di Deming che qui ti spiego velocemente come il ciclo del miglioramento continuo.
Non me ne vogliano i puristi per la semplificazione, ma questo non è il luogo per approfondire. Ce ne sarà occasione.

Detto ciò, ci capita spesso infatti che sappiamo o capiamo cosa sarebbe necessario fare, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Ecco dove scatta la mia sfida: fare in modo che dal semplice e mai banale percepito a livello cognitivo le persone scelgano di allenarsi all’azione che è il presupposto del cambiamento ed evoluzione migliorativa, comprendendo con coraggio che è lì che si fa la differenza.
Io so perchè è fondamentale credere e fare un investimento su di sè, ma anche sui team, che sono fatti di persone che possono e devono fare la differenza.

Ed è per questo che mi adopero giorno dopo giorno per coltivare la cultura del “comprendere, fare e cambiare”, perchè so che questo rende stimolante ed entusiasmante non solo raggiungere obiettivi o risolvere problemi, ma anche il viaggio che accompagna a quella meta.

Ogni giorno si trasforma in una scoperta di potenzialità e risultati.
Ogni giorno è un allenamento per migliorare la personale human performance.

Un allenatore ti aiuta a comprendere, ma soprattutto a fare e cambiare.
È qui che un allenatore fa la differenza.
È qui che faccio la differenza!

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Quello che hai appena letto è un mio pezzo.

Sono Antonia Galvagna e sono una  Project Solver
“Strutturo obiettivi, risolvo problemi, unisco puntini con creatività.”


 



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