Focus e flusso

Focus e flusso

Il pezzo di oggi parla di focus, flusso e multitasking.
Parto da alcuni dati di fatto e considerazioni e condivido la mia strategia.

Focus e flusso

Uno degli argomenti che più spesso mi trovo ad affrontare con le persone che seguo è la difficoltà a restare concentrati.
Questo è un articolo di condivisione di dati di fatto nel quale più o meno tutti ci riconosciamo e strategie suggerite.
Parlerò di focus, flusso e multitasking

Partiamo dai dati di fatto

Siamo in piena Great Acceleration.
È questo il termine che identifica il fenomeno di accelerazione con cui riceviamo le informazioni.
Nel XIX secolo ad esempio le notizie potevano impiegare giorni e giorni per arrivare da un luogo all'altro.
L’avvento del telegrafo, della radio e poi della televisione ha accelerato la diffusione delle informazioni e di conseguenza ha moltiplicato gli input di informazione. 
Ogni qualvolta tratto questo argomento, la mia mente torna al testo “La ribellione delle masse” di José Ortega y Gasset, testo che ti consiglio di leggere.

Qualche giorno fa mi sono imbattuta invece  in questi dati che ti riporto.
Nel 1986 l'occidentale medio recepiva l'equivalente di 40 giornali al giorno attraverso gli input informativi disponibili.
Nel 2004 quella cifra era salita a un valore corrispondente di 174 giornali.
Oggi è certamente molto più alta.
La rete ha decisamente potenziato in modo esponenziale questa accelerazione, ma c’è un ma: il nostro cervello non riesce a stare al passo e ad oggi e ricerche suggeriscono che probabilmente non lo farà mai. 

Quindi da un lato i neuroscienziati ci dichiarano che la capacità cognitiva del cervello umano non è cambiata in modo significativo negli ultimi 40.000 anni, mentre dall’altro dobbiamo prendere consapevolezza che  la quantità di informazioni che mettiamo nel nostro cervello aumenta in modo stratosferico.
Si intuisce facilmente che il minimo che può accadere è che troviamo difficile concentrarci. 

I social come co-responsabili

In tutto ciò è utile mettere l’attenzione su come ad esempio i social sono stati progettati e su perchè è così difficile staccarci.
Non ci stacchiamo con facilità dai social proprio perchè sono stati progettati con un obiettivo specifico.
Il loro obiettivo è infatti il nostro coinvolgimento.
Non solo. La nostra presenza è fonte di conoscenza per i proprietari dei social.
Questo fenomeno è sintetizzato dal termine coniato dalla professoressa di Harvard Shoshana Zuboff: “capitalismo della sorveglianza”.
La moneta con cui paghiamo i social non è l’euro o il dollaro, ma la nostra attenzione, che è a tutti gli effetti, come il tempo, un bene prezioso e finito.
I like, i cuori e lo scroll infinito,  inventato da Aza Raskin, sono strumenti per tenere e trattenere la nostra attenzione.

Non siamo soggetti multitasking, per quanto ce ne vantiamo

Tanti input e abbondanza di informazioni ci hanno portato ad attivare un atteggiamento che scopriremo adesso essere un’illusione.
Mi sto riferendo al multitasking.
La parola multitasking è stata coniata dagli informatici degli anni sessanta per descrivere la funzione del computer con più processori .
Noi però abbiamo un solo processore, il nostro cervello e di fatto siamo dei pessimi multitasking.
Seppur il nostro cervello ha delle potenzialità incredibili, quella di essere multitasking sembra non essere la predominante e nemmeno la più interessante o possibile.
Quando siamo in modalità multitasking abbiamo l'illusione di fare più attività in contemporanea, ma in effetti ne stiamo facendo una alla volta, passando costantemente da una all’altra.
Il cervello ha così bisogno di ricalibrarsi costantemente e ciò riduce le prestazioni mentali.
In media questo passaggio consuma il 20% della nostra attenzione.
Purtroppo il multitasking è spesso scambiato per produttività, mentre concentrarsi su un singolo compito consente di concentrare il 100% delle nostre energie su quel compito.

Ti faccio una domanda: ti è mai capitato di essere impegnato in una telefonata e allo stesso tempo rispondere a una mail?
E ancora: di inviare la mail e poi riaprirla per controllare di aver scritto effettivamente tutto alla fine della telefonata?
O magari di aver dovuto chiedere all’interlocutore telefonico conferma di una info che avevi solo distrattamente sentito?
Ecco spiegata l’illusione del multitasking.

Focus e flusso

Qui ti racconto come procedo io:

  1. scelgo 1 attività su cui porre l’attenzione
  2. organizzo degli sprint temporali che non superino mai i 45 minuti e uso la funzione orologio del mio computer
  3. disattivo le notifiche e chiudo il programma di posta
  4. mi immergo nell’attività, magari concedendomi alcuni minuti di respirazione tattica
  5. colloco alla fine di questo sprint uno sprint utile al controllo delle notifiche
  6. smisto le notifiche tra urgenti e importanti in modo da essere organizzata e sapere bene da cosa partire
  7. a metà mattina, primo pomeriggio e tardo pomeriggio mi dedico alle risposte in base all’ordine di urgenza e importanza precedentemente dato

Naturalmente per mio mindset misuro l’efficacia e l'efficienza di ciò che ho svolto.

Come insegna Mihaly Csikszentmihalyi è più facile restare concentrati ed entrare nel flusso quando:

  • sei totalmente assorbito da un compito tanto da perdere il senso di ciò che ti circonda e accedi alla tua concentrazione interna
  • l’attenzione è sul processo e non sul risultato e il processo deve essere gratificante
  • deve essere un compito impegnativo tanto da richiedere la tua attenzione, ma non così difficile da indurti in tentazione di mollarlo


Non ti resta che, partendo dalle mie condivisioni, identificare la tua miglior strategia e diventare concentrato/a, focalizzato/a e produttivo/a.
In poco noterai un cambio di soddisfazione rispetto alla tua performance.

 

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Quello che hai appena letto è un mio pezzo.
Sono Antonia Galvagna e sono una Project Solver.
Se questo articolo ha toccato dei punti di interesse o sviluppo per te importanti, fissiamo una call


 



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