Fissa un obiettivo e poi dimenticatelo

Fissa un obiettivo e poi dimenticatelo

Sì perché la vera concentrazione deve essere messa sulle azioni necessarie da compiere per raggiungere l’obiettivo, per ottenere il risultato.
Sapere cosa dobbiamo fare è un presupposto ma non è la discriminante.
La vera discriminante è l’azione e la consapevolezza che c’è anche il rischio del fallimento.
È sulle azioni che noi abbiamo il potere e ancora non basta perchè il fallimento accade.
Siamo per indole e cultura molto più portati alla programmazione che all’esecuzione.
E un programma che funziona sulla carta non è detto che funzioni nella realtà.

Una mia sfida

Una sfida del mio lavoro? Far comprendere che quando si inizia a cambiare, a introdurre nuove azioni, a cambiare comportamenti ed abitudini non è matematico che fili tutto liscio.
Ci possono essere dei rallentamenti, delle correzioni di rotta indispensabili.

Non a caso consiglio sempre di iniziare dalla prima più piccola azione sostenibile e misurabile che poi può attivare un cambio geometrico esponenziale.

Perché consiglio questo? Perchè non nascondo che chi intraprende il viaggio del cambiamento alcune volte si aspetta il “tutto subito” e invece può capitare che serva pazienza e determinazione per raccogliere i primi frutti.
Alcune volte, è inutile negarlo, servono sudore e lacrime per ottenere risultati.

Capita che si impieghino anni a prendere quella decisione di cambiamento e poi ci aspettiamo risultati in 5 minuti.

Perché è fondamentale innamorarsi del processo e mettere in conto anche i fallimenti

Mi piacerebbe dire che nel momento della trasformazione o del viaggio fila tutto liscio, ma non è così.
Chissà perchè il viaggio dell’eroe ci piace spesso solo se lo leggiamo comodamente seduti sul nostro divano.

Pensaci un attimo però. Noi raramente cambiamo quando ci va tutto bene.
Noi cambiamo quando affrontiamo un evento negativo della nostra vita.
Sono gli eventi negativi che ci fanno rimboccare le maniche e risalire la china con volontà e determinazione.

Il fallimento è forse l’evento negativo per eccellenza ma è un passo obbligato per raggiungere il successo.
Si dice che chi non agisce non fallisce, ma il vero fallimento sta proprio nell’arrendersi senza aver neppure provato.
Quando si sperimenta un fallimento è facile farsi prendere dallo sconforto.
Ci sono due metodi per consolidare la nostra motivazione:
- il primo è assumersi la responsabilità di quello che è successo;
- il secondo è ricordarsi che ogni fallimento rappresenta anche un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo.

Il fallimento è uno spartiacque.
Può essere o un’ispirazione a migliorare oppure un modo per darci definitivamente per vinti.
Sta a noi scegliere con la consapevolezza che al mondo, infatti, non importa nulla se ci rialziamo o se ci crogioliamo nello sconforto. 

Ecco perchè è fondamentale sapere da dove partiamo, dove vogliamo arrivare e amare ogni singola tappa.

Solo così ogni giorno sarà fonte di soddisfazione.

Infine ricorda:  “La bella vita non si misura in base alla ricchezza o ai beni che possiedi. La bella vita è una questione di mentalità, idee, azione, ricerca e scoperte. La bella vita è uno stile di vita talmente ben organizzato da garantirti una gioia di vivere costante, a prescindere dal tuo conto in banca. La bella vita consolida la motivazione e la motivazione ti induce ad adottare un modo di vivere che rende la vita degna di essere vissuta.” 

 

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Quello che hai appena letto è un mio pezzo.
Sono Antonia Galvagna e sono una Project Solver.
Se questo articolo ha toccato dei punti di interesse o sviluppo per te importanti, fissiamo una call

 

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