Attenzione alle scuse che ci raccontiamo

Attenzione alle scuse che ci raccontiamo

Scuse, chi non se le racconta?
Ma possiamo riconoscerle, possiamo gestire e soprattutto possiamo agire.

Attenzione alle scuse che ci raccontiamo

Capita, durante le sessioni di coaching che si parli di scuse e di come riconoscerle.
Saltare un allenamento ad esempio non è sempre e necessariamente sbagliato.
É sbagliato non chiedersi, non ascoltarsi, non indagare e non scegliere.

La scusa di per sé è un processo umano.
Quando le cose si complicano, succede che usiamo stratagemmi mentali che ci aiutano a trovare una giustificazione rispetto al fallimento.

Facciamo qualche categorizzazione in cui ognuno di noi può facilmente ritrovarsi:

  • scuse legate alla salute - la salute non mi assiste, sono impossibilitato a fare
  • scuse legate alla poca intelligenza - non so tutto, non ci arrivo, non sono abbastanza
  • scuse legate all’età - tanto ormai, è troppo tardi
  • scuse legate alla fortuna - che normalmente manca o lascia il posto alla sfiga

La salute può costituire un limite in determinati ambiti, ma non è un limite assoluto (prova a pensare a Stephen Hawking).
Passiamo alle scuse legate all’intelligenza. É vero che possono esserci limiti di conoscenza, ma questi non giustificano l’inerzia.
Pensaci: la conoscenza non passa attraverso l’accettazione dei propri limiti e la valorizzazione dei propri talenti? 
Nel caso dell’età, la scusa protegge dall’azione, sia che tu ti senta troppo giovane o troppo vecchio.
E infine, affidare l’esito dei propri obiettivi alla sola fortuna è pericoloso.
Non basta sperare di riuscire per riuscire.

Tutti questi falsi ostacoli si superano pensando a una semplice cosa: l’unica realtà è quella che accade adesso.
L’unica domanda sensata da farsi è: ora, in questo preciso istante, come sto?
E in base alla risposta c’è solo una cosa da fare: Agire.
Perchè se adesso non hai un problema è inutile perdere tempo a pensare che forse domani o fra un mese avrai quel problema.
É invece utile concentrarsi su ciò che c’è da fare.
E se proprio pensi che potrai riscontrare un problema, non sprecare tempo a preoccuparti, ma investi quel tempo a prepararti.
Pensare è molto importante, ma non basta. Pensare è un presupposto, non è tutto.
I pensieri vanno curati perchè ognuno di noi è frutto dei suoi pensieri. 
Spesso uso la metafora del giardino per descrivere la nostra mente. Vanno tolte le erbacce, vanno seminati i fiori e vanno curati.
Questo è un concetto estremamente importante perché aiuta a comprendere la necessità di fare pulizia all’interno dei pensieri stessi. 
Il pensiero senza azione però non ci porta alla destinazione.
Ricorda che agire impedisce alla paura di prendere il sopravvento. Agire è l’unico eccellente antidoto contro la paura.
Il vero segreto di ogni vittoria sta nell’azione. 
É tramite l’azione che sostituisci paura e procrastinazione con autostima.
Rimandare vuol dire fallire. Rimandare è l'unico vero fallimento.
Nota come, nella tua quotidianità, tutto ciò che non viene pianificato in agenda viene rimandato e alla fine non fatto. 
Non a caso successo è il  participio passato di succedere. Si fanno succedere le cose, con l’azione.
Agire è poi l’unico vero modo per onorare un’idea. Un’idea pur grandiosa che rimane appuntata su un quaderno equivale a non esistere, perde di efficacia. Non diventa sicuramente realtà se resta una semplice traccia scritta.

Ti saluto con questa massima: “Un uomo saggio sarà padrone della sua mente, uno stolto sarà il suo schiavo.” Publilio Siro


Antonia Galvagna
Antonia Galvagna

Ideatrice del metodo "Around the Corner - Anche se il mondo è tondo tutto ciò che cerchi è dietro l’angolo."

Il mio perchè: Essere la persona che avrei voluto incontrare nei momenti di "svolta della mia vita".


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